BUGS – HABITAT DIGITALI
Vince Coppelia Theatre con Witchy Things – A multimedia tale
Il Progetto premiato (scelto tra i titoli della cinquina finalista su più di 70 proposte giunte da tutta Italia) affronta il tema dell’identità tra reale e virtuale in età evolutiva, toccando argomenti scottanti come cyberbullismo e gender swapping.
Realizzato dalle cinque Residenze Artistiche della Toscana (RAT) – Officine della Cultura (capofila), KanterStrasse, Officine Papage, Pilar Ternera, Straligut Teatro – il bando BUGS. Habitat Digitali per il teatro ragazzi è dedicato alla realizzazione e al sostegno, attraverso un percorso di residenze ibride, di un’opera teatrale pensata appositamente per il digitale e rivolta ad un pubblico di giovani e giovanissimi. Una nuova opportunità dedicata agli artisti che lavorano con il pubblico dei giovanissimi, quello più penalizzato in quest’anno di pandemia e di chiusure. I progetti arrivati tra aprile e maggio da tutta Italia sono stati più di 70. Tra questi è stata selezionata la cinquina finalista: “Mermeropheres” di tEATROMEMORIA, “La bella Addormentata” di Riserva Canini, “Dr. No” di inQuanto teatro, “MEET:ICO” di Pindarica e “Witchy Things – A multimedia tale” di Coppelia Theatre.
Il premio finale, consistente in un sostegno economico complessivo di 10.000 euro, con la possibilità di realizzare una serie di residenze artistiche, va al work in progress di Coppelia Theatre. La compagnia ha presentato un progetto coinvolgente, divertente e poetico, articolato sulla costruzione dell’identità personale e i confini tra reale e virtuale, affrontando temi scottanti come il gender swapping (la scelta di presentarsi virtualmente con un sesso che non è il proprio), il cyberbulling (la violenza verbale e psicologica online) e il personal branding (la creazione di un avatar che può portare al distacco con il sé reale). Queste tematiche assumono oggi una rilevanza fondamentale: il periodo di lockdown ha accelerato il processo già in atto che vede la proiezione di relazioni, interazioni, legami su un territorio digitale, fluido e immateriale, processo che ormai comincia fin dalla primissima infanzia, al punto che la cyber-interazione assume un ruolo cardine nella costruzione dell’identità personale. Soprattutto nel bambino che, in fase di sviluppo, non ha ancora maturato una percezione definitiva della distinzione tra reale e virtuale, tra personalità digitali e conseguenze reali di azioni virtuali. La domanda fondamentale della crescita “Chi sono io?” diventa ancora più complessa da affrontare, tanto che all’educazione digitale è ormai imprescindibile affiancare un’educazione al digitale. Il debutto (o la presentazione di un’anteprima avanzata del lavoro) si terrà all’interno della 6a edizione del Festival dello Spettatore il prossimo ottobre.
Attiva dal 2010, Coppelia Theatre – composta dall’art director e puppet maker Jlenia Biffi, dalla drammaturga e performer Mariasole Brusa e dal musicista compositore Stefano Bechini – coniuga le tecniche tradizionali del teatro di figura alla moderna sperimentazione ingegneristica, con un’indagine al confine tra poesia e tecnologia, arte e scienza. Witchy Things – che sarà sviluppato anche attraverso una serie di laboratori interattivi sia in presenza che a distanza – è appositamente progettato per la fruizione online, con l’obiettivo di ibridare teatro di animazione e cinema d’animazione. La narrazione nasce dal libro “Turchina, la strega” (Nube Ocho Ediciones), scritto da Mariasole Brusa, tradotto in quattro lingue (inglese, coreano, spagnolo, catalano), vincitore dell’edizione 2019 del Concorso Letterario Internazionale “Narrare la parità. Un Premio per l’Europa” e inserito dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco nella lista dei White Ravens, tra i 200 libri per bambini più importanti del 2020. Il primo studio dello spettacolo è stato finalista al Premio Scenario Infanzia 2020. Gli strumenti universali della fiaba e della metafora permettono di approcciarsi al tema mantenendo un distanziamento che permette la semplificazione dei concetti e, al contempo, la presenza di elementi fortemente contemporanei favorisce l’immedesimazione. Personaggi classici, legati a una rappresentazione precisa e convenzionale, si ribellano all’immaginario stesso a cui appartengono e alla propria “immagine virtuale” e lottano per affermare la propria volontà e realizzare il proprio, personalissimo modo di essere sé stessi.