Il Teatro delle Donne

Il Teatro delle Donne è un centro di produzione drammaturgica contemporanea all’avanguardia. Ideato da Maria Cristina Ghelli, in più di trent’anni di attività, in linea con le analoghe iniziative europee, ha messo in piedi il Centro Nazionale di Drammaturgia, ha raccolto in un archivio, consultabile anche sul sito,  e catalogato circa mille testi di autrici italiane di teatro, ha prodotto e diffuso spettacoli, ha collaborato con quasi tutte le autrici nazionali, prima fra tutte Dacia Maraini, che ha dato un importante contributo all’attività fondando nel 2004 la Scuola Nazionale di Scrittura Teatrale.

Gestisce dal 2022 il Teatro Goldoni di Firenze, uno dei teatri storici della città. La programmazione dà centralità alla funzione civile del teatro, alla pluralità dei linguaggi e al valore delle differenze, presenta una stagione che è punto di riferimento italiano per la drammaturgia contemporanea. Nella programmazione sono coinvolte molte delle anime del tessuto produttivo artistico della città.

Dal 2010 ha dato vita al festival AVAMPOSTI, festival che si svolge, oltre che al teatro Goldoni, in più spazi dell’area metropolitana fiorentina, spesso in luoghi storici o monumentali.

Quanto alla produzione mette sempre il testo e l’innovazione del linguaggio al centro di ogni messa in scena. Fondamentale è l’impegno per un teatro che sia stimolo critico per la società in cui opera, la promozione di una drammaturgia che rappresenti la contemporaneità, che riveli un universo al femminile mai abbastanza esplorato e alcune tematiche, come la violenza contro le donne, che non possono più essere differite.

Importantissimo in questo il ruolo dell’attività di formazione. La direzione di tutta l’attività formativa, sia dei corsi della TDD TEATRO FORMAZIONE che della SCUOLA DI SCRITTURA TEATRALE è affidata a Silvia Calamai, premiata autrice di teatro e docente di linguistica all’Università di Siena.

Il teatro prodotto in questi anni ha trattato temi quali il terrorismo, l’immigrazione, messo in scena la denuncia, con i testi sull’omicidio della gionalista russa Anna Politkovskaja o su quello mai chiarito di Ilaria Alpi. Da anni porta avanti un’intensa attività sul tema della violenza contro le donne con iniziative anche all’interno delle scuole. Ha spesso inchiodato il pubblico al muro gelato e ruvido dell’impegno civile, mettendo in scena una drammaturgia che incontra il territorio nel nome di questo tema scomodo, scottante, indigesto, ottenendone significativi riconoscimenti, con spettacoli duri come “Circeo: il massacro” o “La metafisica della bellezza: lettere dalle case chiuse alla senatrice Merlin”.

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